Esportare e trasmettere un sistema educativo dal proprio Paese di origine ad un altro non è cosa da poco, specialmente se il paese di destinazione è caratterizzato da consuetudini e radici culturali molto differenti.
È il caso della Cina, paese in cui la disoccupazione strutturale, causata da una discrepanza tra condizioni e natura dei posti di lavoro e le competenze e le aspettative delle giovani generazioni, colpisce oltre 100 milioni di giovani, laureati istruiti e giovani lavoratori migranti meno istruiti. Nella maggior parte delle scuole, l’insegnamento è di tipo mnemonico-trasmissivo, il che impedisce agli studenti di sviluppare competenze trasversali e approccio multidisciplinare, elementi che è indispensabile possedere per far fronte all’accelerazione esponenziale di tecnologie come l’intelligenza artificiale.
Un progetto per innovare
È proprio in Cina che Edulife, attraverso la sua partecipata Yizhong-Edulife, ha intercettato un forte bisogno educativo, e ha deciso di concentrare e impiegare le proprie energie. Tra i progetti già avviati e quelli in via di realizzazione, c’è quello di trasmettere un nuovo modello educativo ai giovani di età compresa tra 18 e 25 anni attraverso progetti educativi specifici e innovativi, in collaborazione con aziende, scuole e autorità locali.
Le aree di intervento scelte mirano a innovare introducendo nuovi modi di accogliere e orientare, accompagnare e promuovere i giovani, mettendoli al centro dell’attività educativa. Tutto questo, tenendo conto delle loro esigenze e stili di apprendimento.
L’approccio metodologico
La metodologia scelta per trasmettere questo tipo di modello è focalizzata su progetti di realtà: gli studenti acquisiscono competenze e capacità, e impiegano il proprio tempo per rispondere a una domanda, un dilemma o una sfida concreta.
Così facendo, sviluppano competenze trasversali il cui valore è cruciale nel lavoro di tutti i giorni: pensiero critico, collaborazione, creatività e comunicazione.